Mostra fotografica di Lenarcic

116° CONGRESSO SAT 

A ROVERETO

Mostra open air

Le alpi a volo d'uccello

 

Uno degli eventi che ha maggiormente caratterizzato il periodo congressuale è senza dubbio la mostra di Matevz LENARCIC. Negli spazi esterni del Polo Museale Culturale del MART, dal 15 settembre al 17 ottobre 2010, è stata allestita dai volontari della SAT di Rovereto, la mostra fotografica dal titolo “Le Alpi a volo d'uccello”, un centinaio di grandi immagini su pannelli (cm. 185 x 135) scelte dal fotografo Matevz Lenarcic. All'inaugurazione hanno presenziato il vice sindaco di Rovereto Gianpaolo DAICAMPI, il Segretario Generale della Convenzione delle Alpi Marco ONIDA e lo stesso LENARCIC.


Nato a Tribovlje, in Slovenia nel 1959, Matevz LENARCIC viaggiatore, alpinista, fotografo è, soprattutto, grande amante della natura. Si è misurato con scalate in Groenlandia, in Patagonia e sul Kilimangiaro. E' stato in Nepal 11 volte, prendendo parte a spedizioni sull'Annapurna e sul Broad Peak. Pilota di monomotori, appassionato di fotografia aerea, dal 1990 è fotografo professionista. Ha collaborato, tra le altre, con riviste Adria, Gea, Terra, Outdoor Photographer, Futuro.

 

Il territorio alpino costituisce un patrimonio naturale e culturale unico. La Convenzione delle Alpi, Organizzazione internazionale a cui partecipano gli otto Stati alpini e la Comunità Europea, nasce nel 1991 proprio per preservare questo ecosistema e per tutelare gli interessi della popolazione che vi risiede, sia dal punto di vista ambientale che da quello economico e socio-culturale.

L'esposizione delle straordinarie aerofotografie dell'alpinista-fotografo sloveno è stata offerta alla cittadinanza dal  Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi, dalla SAT e dal Comune di Rovereto.

Queste fotografie rappresentano un percorso sull'intero arco alpino oltre all'occasione per interrogarsi sulla gestione di questo straordinario ma vulnerabile territorio.

 

La sequenza dei pannelli fotografici della mostra, intervallata con alcune didascalie esplicative, ha dato un tocco scenografico di grande suggestione ai circa 8.000 visitatori oltre ad essere perfettamente complementare al tema del 116° Congresso SAT. Lo si evince soprattutto dai favorevoli commenti che molte persone, oltre ad apporre la propria firma,  hanno desiderato aggiungere sul registro delle presenze.  

 

Diamo di seguito alcune informazioni forniteci dallo stesso Lenarcic, sulla realizzazione e pianificazione dell'opera fotografica.

 

Fotografia aerea delle Alpi

 

Per la fotografia aerea, spiega Lenarcic, serve un velivolo in grado di alzarsi alla quota desiderata e in una posizione adatta per una buona ripresa. Nelle regioni montane la scelta è limitata per via delle grandi altezze, dei forti venti, delle condizioni meteorologiche avverse e dalle ristrette possibilità di atterraggio. Il metodo più facile è fotografare da un elicottero abbastanza potente, che possa alzarsi a sufficienza, ma dal punto di vista ecologico questo approccio è assai discutibile, finanziariamente costosissimo e logisticamente difficile da portare a termine in un periodo di tre soli anni.

L'intera parte fotografica di questo progetto è stata pianificata sulla base di un aeroplano leggero utilizzato da un solo pilota che è al tempo stesso il fotografo e l'organizzatore. L'ecologico, leggerissimo aliante a motore Pipistrel Sirius 912 è stato considerato molto adatto, specialmente per la sua grande ampiezza di velocità (dai 60 ai 220 km/h), la parsimonia nei consumi, le basse emissioni e il ridotto livello di rumore. In più, può raggiungere l'altezza di 6 mila metri e volare oltre 15 ore senza bisogno di atterrare. Questi vantaggi sono stati resi possibili dall'odierno design aerodinamico e dal suo economico motore da soli 80 kW.

Volare con un aereo cosi leggero in cattive condizioni meteo è molto impegnativo poiche è assai più sensibile alle variazioni dell'atmosfera. Volare in una corrente ascensionale è assai poco piacevole, mentre fotografare diventa molto più difficile. Il ghiaccio si forma velocemente sui profili laminati delle ali, mentre l'areazione e il riscaldamento dell'abitacolo non assicurano un particolare comfort. Gli strumenti in dotazione non sono nemmeno sufficienti per un volo strumentale sicuro. Pertanto i voli in simili velivoli richiedono un alto grado di umiltà nell'affrontare gli elementi naturali e una profonda conoscenza dell'ambiente e del tempo. Ma in condizioni favorevoli volare in questo modo diventa un fantastico divertimento.

 

Fotografia

 

La fotografia aerea richiede un equipaggiamento affidabile e di alta qualità. Una scena segue l'altra con estrema velocità, dunque servono reazioni istantanee, buona scelta della composizione e un gran numero di scatti. Tutte le immagini del progetto “Le Alpi - Vedute a volo d'uccello”  sono state riprese con macchine digitali professionali Nikon ad alta risoluzione delle serie D2 e D3 e ottiche Nikon della migliore qualità. Dato che il finestrino dell'aereo riduce la qualità dell'immagine, le foto sono state scattate a finestrino aperto. Alcune veduto sono state scattate in diverse stagioni dell'anno e con differenti condizioni di illuminazione.

Per un buon fotografo il tipo di luce è di capitale importanza. In piena luce del giorno tutte le montagne sembrano simili. Solo speciali momenti, al mattino presto o alla sera con i loro colori caldi e nei morbidi passaggi all'ombra, o la luce provocata da diversi fenomeni meteo conferiscono alle montagne un carattere particolare. Cosi un tipico giorno di volo iniziava molto prima dell'alba e finiva al calare delle tenebre.

In un giorno di volo venivano scattate in media 3 mila nuove fotografie. Ciò rappresenta un enorme quantità di dati, che durante il volo venivano trasferiti periodicamente dalle cards della macchina fotografica a un hard disk. Nel corso di tre anni sono state raccolte oltre 100 mila immagini tecnicamente perfette.

La selezione delle fotografie è stata fatta in base ad alcuni criteri:

  • distribuzione appropriata delle foto dell'intera regione alpina;
  • presentazione delle varie caratteristiche del paesaggio;
  • presentazione delle montagne con particolare identità storico-culturale;
  • presentazione dei tipici insediamenti, laghi, fiumi, valli e particolarità geomorfologiche;
  • colori e varietà appropriate;
  • possibilità tecnica di ampi ingrandimenti.

A volte è stato molto difficile identificare cime specifiche ma meno conosciute: in casi simili l'incrocio delle coordinate con l'altitudine registrata per ciascuna foto - dati ottenuti attraverso una connessione tra macchina fotografica e sistema Gps - è stato di importanza chiave. Le coordinate, entrate nel programma Google Earth, hanno reso possibile l'accurata determinazione dei luoghi e della direzione nel raccogliere fotografie. Le singole cime sono state identificate grazie a confronti con le immagini prese da precedenti documentazioni e da internet. Tutti i dati sono stati controllati dal gruppo di esperti del progetto “Le Alpi - Vedute a volo d'uccello”.

 

L'impatto ecologico del progetto

 

La scheda dei voli:

  • 346 ore di volo, delle quali 12 planando senza motore;
  • circa 61 mila chilometri di percorrenza;
  • circa 3400 litri di benzina super senza piombo a 95 ottani, la stessa utilizzata dalle automobili;
  • massima altezza raggiunta in volo: 5.975 metri;
  • minima altezza raggiunta in volo: 100 metri;
  • emissioni di CO2: circa 7 mila chilogrammi;
  • livello di rumore: 32 db a 300 metri dall'aereo (il normale 55% della potenza del motore durante il volo).

Il quantitativo di carburante usato è stato 20 volte inferiore a quello di un elicottero medio, mentre il rumore e i fumi di scarico a soli 500 metri dall'aereo erano trascurabili. Il Pipistrel Sirius 912 è uno dei pochi aerei a vantare il certificato Swiss Ecolight. L'aeroplano è stato costruito nella fabbrica Pipistrel, che con il suo impianto ad energia solare è autonomo e risparmia ogni anno 180.600 chilogrammi di emissioni di CO2. Durante l'intero progetto l'aereo ha emesso circa 7mila kg. di CO2 (un quantitativo che grossomodo corrisponde ai fumi di scarico dell'auto di un uomo d'affari nell'arco di un anno), che può venire assorbito in un anno da circa 300 alberi di media pezzatura in buona salute. Nei tre anni di lavoro non c'è stato nemmeno un incontro ravvicinato con uccelli e il velivolo non è mai sceso cosi a bassa quota da disturbare animali selvatici o visitatori. Tutti questi fattori contribuiscono, malgrado l'utilizzo dell'aereo, ad esercitare solo una trascurabile influenza sull'ecosistema alpino.

 

Sono convinto, conclude Lenarcic, che l'effetto positivo del progetto in forma di promozione dello sviluppo delle Alpi, in armonia con la natura, sopravanzerà considerevolmente gli effetti negativi diretti provocati dal progetto stesso sul sensibile ambiente alpino.

 

Le foto della mostra fanno parte della raccolta in un volume la cui versione italiana è stata presentata al MART di Rovereto il 2 ottobre 2010.

 

Bruno Lott