I bivacchi del CAI e della SAT sono inagibili, in quanto spazi esigui e non sanificati
Non saranno chiusi, in quanto utilizzabili solo in caso di stretta emergenza, come recita il cartello che è esposto sulla porta di ogni bivacco dalle Sezioni proprietarie.

“Bivacco inagibile causa emergenza Covid-19.
L’accesso equivale all’assunzione per l’utente del rischio di contagio da Covid-19.
Utilizza il bivacco solo in caso di emergenza”.
Queste le parole scritte nel cartello che la Commissione centrale rifugi e opere alpine del Cai ha predisposto. Un cartello che le Sezioni proprietarie dei bivacchi del Cai dovranno stampare e posizionare sulla porta di accesso degli stessi.
“Dopo un’attenta ed approfondita riflessione abbiamo concluso che i bivacchi non si possono chiudere poiché, in caso di emergenza, rappresentano l’unico punto di ricovero possibile per gli alpinisti”, spiega il presidente della Commissione centrale rifugi Giacomo Benedetti. “Riteniamo però giusto e corretto ricordare che gli spazi, essendo esigui e non sanificati, non garantiscono all’avventore i requisiti, anche minimi, di sicurezza, esponendoli al rischio di contagio”.
Del cartello ne ha accennato anche il Presidente generale Vincenzo Torti: “Esistono bivacchi non in quota, e ci possono essere escursionisti che pensano di poterci andare. Il cartello spiega appunto che il bivacco è inagibile e riservato esclusivamente alla più stretta emergenza”.
I bivacchi del CAI e della SAT sono inagibili, in quanto spazi esegui e non sanificati